​Il tema dello stretching, inteso come ”allungamento muscolare”, è uno dei più dibattuti tra chi si occupa di sport e di esercizio fisico. C’è chi sostiene sia fondamentale e chi invece totalmente inutile.
Secondo la mia visione “in medio stat virtus”: lo stretching assume importanza solo se contestualizzato rispetto agli obiettivi prefissati e solo se effettuato nel modo corretto.
Vediamo quali sono i falsi miti e i motivi per cui NON dovresti farlo.

  • INFORTUNI
    Lo stretching non è l’unico modo per prevenirli: le cause di infortunio sono innumerevoli e sarebbe sbagliato pensare che un semplice allungamento del tessuto contrattile (muscolo) e non contrattile (tendine) possa essere l’unica soluzione per la prevenzione.
  • RIDUZIONE DEI DOLORI MUSCOLARI
    ”Faccio stretching perchè ho male ai muscoli”. Questa è probabilmente la credenza più diffusa. Spesso quando si hanno i cosiddetti DOMS, ovvero il dolore muscolare nei giorni successivi ad un allenamento impegnativo, si crede di migliorare la situazione facendo dello stretching. In realtà, se viene effettuato nei giorni post allenamento è finalizzato ad altro!
    Questa pratica può addirittura essere dannosa nel caso in cui il dolore percepito non sia dovuto ai DOMS ma sia causato ad esempio da uno stiramento muscolare o da una contrattura.
  • RISCALDAMENTO
    Lo stretching non serve a preparare i muscoli allo sforzo: un allungamento statico e protratto nel tempo, come quando ci allunghiamo fino a cercare di toccarci le punte dei piedi mantenendo le gli arti inferiori distesi, può addirittura diminuire la capacità di risposta del muscolo peggiorandone così la performance. Pertanto, nella fase di riscaldamento, non andrebbe inserito lo stretching statico.
  • ARTICOLAZIONI RIGIDE
    Lo stretching migliora la mobilità articolare: in questo caso la risposta è “nì”. Questa pratica non agisce direttamente sulla componente articolare, tanto è vero che problematiche di rigidità articolare dovute a determinate patologie non possono essere risolte con l’allungamento muscolare. L’azione del muscolo passa però attraverso un’articolazione (altrimenti non sarebbe possibile il movimento) e per tale motivo lo stretching effettuato nel modo corretto può effettivamente migliorare il ROM (Range Of Motion), ovvero i gradi di escursione di un’articolazione.
  • DEVO SENTIRE DOLORE
    Lo stretching è doloroso: un’altra credenza assai diffusa è quella che se non sto sentendo male, non sto allungando abbastanza. Durante lo stretching deve esserci la percezione di allungamento muscolare senza che questa risulti dolorosa. E’ inutile cercare una posizione di massimo allungamento e di tenerla soltanto per un secondo, mentre è molto più proficuo allungarsi fino a percepire una tensione muscolare gestibile e mantenerla per più tempo.

In questo articolo ho illustrato quali sono i falsi miti correlati allo stretching e ho cercato di mettere a fuoco quali siano i suoi limiti per far capire che in realtà non è, come si crede, la panacea a tutti i mali.

Nel prossimo articolo vedremo invece COME e PERCHE’ lo stretching andrebbe eseguito e quanto importante possa essere questa pratica.

Zampieri Luca
Dott. in Scienze delle Attività Motorie e Sportive

Zampieri Luca
Dott. in Scienze delle Attività Motorie e Sportive

Marco Facci